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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

LA TARGA IN BRONZO PER MERITI DI GUERRA

Al termine del lungo ed estenuante primo conflitto mondiale, a Brindisi è stata riconosciuta la “magnifica prova di coraggio e di fede” e, per il rilevante ruolo svolto con fierezza, l’efficace contributo “al raggiungimento della vittoria finale”. Con tale motivazione il 18 ottobre del 1919 alla città fu conferita la Croce al merito di guerra.
L’onorificenza fu decretata dal Grande Ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel (1857 – 1948), comandante in capo delle forze navali italiane del basso Adriatico, che da qui diresse quasi tutte le operazioni della Marina Militare. Il Duca del mare nella sua motivazione elogia inoltre la popolazione brindisina che non ha mai piegato l'animo nonostante le continue incursioni militari subite per mare e dal cielo e per "le numerosissime vittime causate dalla ferocia nemica e le privazioni indicibili causate dalla sospensione di ogni traffico".


Il Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel

Il contributo della città alla Grande Guerra fu notevole: 207 azioni navali e aeree nel porto e nel cielo, 30 incursioni aeree nemiche durante le quali ben 600 bombe furono lanciate sulla città e 14 apparecchi nemici vennero abbattuti nel suo cielo, 227 unità italiane e 26 estere concentrate contemporaneamente nel porto insieme a 213 idrovolanti, cifre importanti che non hanno bisogno di commenti. Fra tutte le operazioni belliche, quella che specialmente legò il nome di Brindisi alla storia del conflitto fu il salvataggio dell’esercito e delle popolazioni serbe in ritirata verso l'Albania dall'offensiva nemica austro-ungarica, bulgara e tedesca, ci vollero ben 504 crociere e 202 viaggi per portare su questa sponda dell’Adriatico gli oltre centomila profughi che dall’altra parte tendevano la mano (scheda).


Brindisi, lungomare Regina Margherita. La targa in bronzo con la motivazione della Croce al merito di guerra

Ma quando nell’aprile del 1920 fu pubblicato l’elenco delle città alle quali era stata assegnata la croce di guerra, Brindisi stranamente non compariva nella lista, pertanto il regio commissario Michele De Maselly, a capo dell’allora amministrazione comunale, emise un’apposita delibera (n. 253 del 22 aprile 1920) dove fu chiesto al Governo del Re il riesame dei titoli per il conferimento dell’importante onorificenza alla città.
Solo quando fu decretato il meritato ed atteso riconoscimento, il Consiglio Comunale, nella seduta del 28 novembre 1923 presieduta da Serafino Giannelli, deliberò per acclamazione che la croce di guerra fosse aggiunta allo stemma della città, fregio che vediamo evidente sotto lo scudo rosso contenente la testa di cervo e le colonne del porto.


Lo stemma della città di Brindisi

Furono poi i soci della sezione brindisina dell’Associazione Nazionale Combattenti a farsi promotori dell’iniziativa riguardante la realizzazione di una “targa brindisina della vittoria” da far murare sull’edifico del lungomare Regina Margherita, dove venisse riportata “la splendida motivazione con la quale fu concessa alla città di Brindisi la croce al merito di guerra”. L’associazione, a firma del presidente Archimede Gatti, aveva dato incarico al noto scultore brindisino Edgardo Simone - autore del Monumento ai Caduti di piazza Santa Teresa (scheda) - l’esecuzione dell’opera in bronzo “il quale con entusiasmo ha accolto ed accettato l’incarico che gli abbiamo affidato” si legge nella missiva inviata al Comune il primo marzo del 1924, dove veniva anche richiesto un contributo economico “per sopperire alla spesa non indifferente” dell’intero progetto, e l’utilizzo del Teatro Verdi per l’organizzazione di “recite” utili alla raccolta di fondi che, insieme ad una apposita sottoscrizione, poteva sostenere l’interessante iniziativa.


Brindisi, lungomare Regina Margherita:
1. Capitaneria di Porto; 2. Targa salvataggio esercito sebo; 3. Targa Croce meriti di guerra; 4. Ufficio delle Dogane

La targa bronzea fu quindi fusa nelle officine della Fonderia Laganà di Napoli e collocata sulla facciata dell’edifico che unisce la Dogana e la Capitaneria di Porto, poco a nord dall’epigrafe marmorea che ricorda il salvataggio dei profughi serbi. Sulla targa il testo delle motivazioni è contenuto tra la rappresentazione della Colonna del porto e l’Italia che regge la Vittoria, mentre sulla parte superiore è raffigurata l’arma araldica della città. Un intervento di pulitura e di restauro oggi sarebbe auspicabile.
L’inaugurazione della targa posta su fondo marmoreo si tenne il 24 maggio dello stesso anno, proprio il giorno successivo al conferimento della cittadinanza onoraria all’ammiraglio Thaon de Revel, principale sostenitore dell’onorificenza, al quale già nel 1919 la città di Brindisi aveva intitolato una strada urbana, ovvero “la larga via lungo la banchina del porto di ponente dal punto in cui s’inizia la zona militare”.

Questo l'intero testo impresso sulla targa:

Alla gloriosa Città di Brindisi, la cui generosa popolazione nonostante le replicate offese dal mare e dal cielo, le numerose vittime della ferocia nemica e le privazioni indicibili causate dalla sospensione di ogni traffico, mai piegò l’animo, conferisco la Croce al merito di guerra. All’amministrazione degli italiani addito la città decorata per la magnifica prova di coraggio e di fede che ha dato durante la lunga ed aspra guerra, e perché, con la sua fierezza, efficacemente contribuì al raggiungimento della Vittoria finale.
19 ottobre 1919
Il capo di stato Maggiore della Marina Italiana
Thaon di Revel

Un ulteriore riconoscimento al valore della città e ai meriti acquisiti durante la prima guerra mondiale si ebbe il 2 gennaio del 1927 quando, con regio decreto n.1, il comune di Brindisi fu elevato alla dignità di Capoluogo di Provincia su proposta di Benito Mussolini.
E sempre con lo stesso motivo il Capo del Governo decise la costruzione in questa città del Monumento al Marinaio italiano, “perché il suo porto, conosciuto da tutti i navigatori del mondo, è ritenuto il più sicuro di tutti i mari e di tutti gli oceani; perché Brindisi è destinata ad un’alta missione per la nostra espansione; ed infine perché Brindisi, potente al tempo dell’Impero romano, dovrà ritornare al suo antico splendore. E però non è senza significato che oggi la Città riprenda il posto che le compete nella storia d’Italia, la quale, per volere della Suprema Divina Provvidenza, potrà avere delle eclissi, ma non potrà mai piombare nelle tenebre della notte”.

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