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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

MARCO SCIARRA, IL POLIEDRICO IMPRENDITORE DEL MARE
L'armatore brindisino è stato uno dei più grandi innovatori nel settore marittimo, una figura eclettica che si è fatta valere in diversi settori imprenditoriali, come anche nello sport e nella pittura

"La sua opera di entusiasta brindisino resta in noi e non solo per il travolgente dinamismo che era nella sua vita, ma per le opere da lui compiute ed anche per quel tanto che avrebbe voluto si realizzasse in questa città di Brindisi che ha, come lui diceva e tutti riconoscono, prepotente vocazione marinara". Con queste straordinarie parole il prof. Rosario Jurlaro nel 1975 volle ricordare la figura di Marco Giovanni Sciarra, uno dei più illuminati imprenditori della nostra storia subito dopo la sua scomparsa.


Marco Sciarra sulle sue barche

Marco Sciarra è stato un grandissimo lavoratore, in tanti hanno riconosciuto le sue doti imprenditoriali che gli hanno permesso una lunga carriera ricca di successi e di esperienze in ambiti diversi, anche se non sono mancate alcune cocenti delusioni. È stato un convinto innovatore nel settore marittimo, capace di individuare prima degli altri il grande potenziale del settore, investendo grosse risorse per l'espansione del mercato locale, italiano e internazionale. Definirlo un semplice imprenditore del mare può essere, per certi versi, riduttivo, Marco Sciarra è stato un impresario eclettico, dai grandi valori, che si è dedicato con successo a numerosi progetti, il suo grande intuito e la profonda conoscenza del mercato gli hanno permesso di realizzare cose nuove, originali, utili soprattutto alla sua amata città e alla ripresa economica di questo territorio. Chi lo ha conosciuto diceva che non sapeva stare fermo un attimo, aveva una energia inesauribile tanto da essere definito "uomo trottola", era estroverso e "vivace come un delfino", perché correva sempre, si dava parecchio da fare, e poi parlava tanto, spesso criticava quel tipico modo di fare dei brindisini, apatico ma soprattutto inefficiente, che non permetteva di mettere a frutto le potenzialità del nostro porto, da migliorare nelle diverse infrastrutture, per meglio pianificare sviluppo e occupazione.


Giuseppe e Marco Sciarra

Era nato nel 1894 nella centralissima via Lauro da Giuseppe e Anna Maria Intiglietta, il padre - originario del Gargano - era il capo pilota del porto nonché pilota fiduciario della Peninsulare, la compagnia britannica proprietaria della Valigia delle Indie, dalla quale ottenne un ambito attestato di riconoscimento per l'opera prestata. Presso la direzione della stessa società marittima il giovanissimo Marco fu impiegato sino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando divenne ufficiale postale e telegrafico della Real Marina. Nel dopoguerra, la ditta del padre venne autorizzata dalla Difesa Militare Marittima a rifornire le navi e i piroscafi civili e militari ancorati nello scalo brindisino, attività che venne presto ampliata dal poliedrico Marco, già lungimirante e straordinariamente moderno, con la fondazione di una ditta a suo nome per il recupero dal fondale marino di materiali bellici e relitti di imbarcazioni, tra cui la corazzata "Benedetto Brin" esplosa nel porto medio della città nel settembre del 1915. Furono acquistati alcuni rimorchiatori, chiatte e bettoline da utilizzare anche per il traino e il salvataggio dei natanti.


Caicco da pesca della flotta di Marco Sciarra


Bettoline della ditta Sciarra nel porto interno

La coinvolgente personalità e il fervore innovativo condussero il giovane imprenditore ad armare il suo primo peschereccio a vapore, ne seguirono altri, perché la pesca industriale rappresentava ormai un mercato fondamentale, una risorsa economica determinante, affiancata poi da nuove attività imprenditoriali come il dragaggio dei porti e del litorale, non solo brindisino. La flotta, infatti, si arricchì di motopompe, draghe e pirodraghe da adoperare nei lavori marittimi appaltati nelle coste adriatiche e romagnole, estendendo così il raggio d'azione delle prestazioni, oltre a diversificare i settori di investimento. Nei primi anni '40 del Novecento la ditta Marco Sciarra contava già su tre sedi, la principale a Brindisi in Corso Roma 44, quindi a Roma (via dei Canneti, poi spostata in via Livorno) e a Cattolica, nel riminese; nei vari documenti si leggono altri uffici e sedi, come quella di Ravenna e persino al Cairo e a Suez: in Egitto Marco Sciarra lavorò per alcuni anni in una società di rappresentanza delle imprese manifatturiere, nonché di import - export e agenzia marittima, denominata "The New Egyptian Italian Co." insieme ai soci Shehata Pacha e Albert Wassef. Rientrò in patria al termine del secondo conflitto mondiale a bordo dell'Ardita, uno dei suoi più importanti pescherecci sul quale aveva "piazzato" un motore da 180 HP. Nel settembre del 1940 il motopeschereccio "di stazza lorda tonn. 51.54" era stato requisito per esigenze delle forze armate ed iscritto in via temporanea nel ruolo di naviglio ausiliario dello Stato, categoria dragamine. I danni subiti a seguito degli eventi bellici non lo condizionarono, ripartì ancora una volta e con maggiore determinazione, perché sapeva di avere un grande vantaggio competitivo: la capacità di apprendere e di cambiare più rapidamente degli altri.

Marco Sciarra su una sua imbarcazione
Sciarra a Piazza S.Marco Venezia

Tra le tante foto conservate dai figli Carlo e Giorgio lo si vede a Venezia, in piazza San Marco, i suoi non erano solo viaggi di piacere, si recava nella città dei dogi con una certa frequenza per incontrare l'amico Mario Spagnolo, un importante operatore marittimo con il quale stringeva privilegiati e continuativi rapporti di collaborazione. Tra i numerosi documenti dell'epoca c'è anche un biglietto da visita dove l'abile imprenditore brindisino si presentava come ispettore e produttore della Assicurazioni Generali del capoluogo veneto, e non solo, era riuscito ad ottenere anche il titolo di agente in ambito commerciale di note marche di bevande. Una cartolina postale del 1925 mostra lo stand dei "Prodotti delle ditte rappresentate da Marco Sciarra" allestito in piazza Cairoli per la terza edizione della "Fiera Campionaria Agricolo - Industriale Salentina" organizzata a Brindisi dal 3 al 7 settembre (leggi), che anticipò di qualche anno la partecipazione alla seconda edizione della più fortunata "Fiera del Lavante" di Bari (1931), in rappresentanza dell'industria della pesca brindisina. Era proprio questa attività ad occupare un posto di assoluto rilievo nel suo cuore, su un trafiletto di un giornale si legge che Marco "ce l'aveva con tutti, perché la pesca non va come egli vorrebbe. Gli diamo ragione". E come non dargli ragione, ancora oggi, visto come sono andate le cose negli anni. In quell'epoca era anche rappresentante in terra pugliese dei noti motori Bolinder's, e come se non bastasse, divenne corrispondente locale del noto settimanale nazionale "Il Corriere della Pesca".


Padiglione espositivo alla Fiera Campionaria nel 1925

Da giovane Marco Giovanni Sciarra era stato protagonista anche nello sport: indossò la maglia di titolare nella formazione locale di calcio dove ricopriva il ruolo che lui piaceva definire di "halfback", una specie di mezzapunta agile e veloce. Da amante del mare non poteva che essere un valido nuotatore, la sua "piscina" preferita era il porto interno, dove spesso gareggiava nella traversata tra il Castello Aragonese e il molo centrale del lungomare. Era inoltre un appassionato di pittura, aveva anche frequentato la scuola d'arte e si dilettava a dipingere paesaggi marini e a riprodurre importanti quadri d'autore. Alcune sue opere, aventi principalmente come soggetto barche, navi e il mare, impreziosiscono le pareti delle case dei suoi figli.


La formazione del Brindisi Sport nel 1913 (nel cerchietto Marco Sciarra)

Negli anni Sessanta vi fu la riconversione, l'armatore brindisino decise di avviare la nuova attività di degassificazione delle navi nel porto di Brindisi, occupandosi inoltre di commercio di petrolio e servizi di bunkeraggio, con le motocisterne "Alma" e "Dorina" venivano infatti rifornite di carburanti, principalmente olio combustibile, le imbarcazioni ormeggiate sulle banchine dello scalo interno.
Anche se aveva superato gli ottant'anni, Marco Sciarra continuava a "muoversi e a muovere e far muovere la realizzazione di certi progetti" ricorda il prof. Jurlaro riferendosi alle migliorie necessarie per la crescita del nostro porto, l'imprenditore infatti aveva sempre cercato di coinvolgere i parlamentari locali affinché a Brindisi venisse realizzato un adeguato bacino di carenaggio. Una vita davvero unica la sua, vissuta tra due guerre, ricchissima di impegni e di quella visione orientata al futuro; ha dato e fatto tantissimo per lo sviluppo economico e sociale di questa comunità, nonostante i "tantissimi sacrifici e disagi sopportati con tanta rassegnazione", come scrisse in una lettera nella metà degli anni '60.
Si spense nella sua casa il 12 settembre del 1975, e in tanti rimpiangono ancora la sua brillante opera innovatrice.


La motocisterna Dorina nel servizio di bunkeraggio

Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.247del 22/4/2022

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