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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

11-15 Gennaio 1833
A BRINDISI OTTONE DI BAVIERA RICONOSCIUTO RE DI GRECIA

Tra le tantissime personalità che transitarono e sostarono da Brindisi, la presenza del principe Ottone di Baviera è tra le meno note, nonostante la calda accoglienza tributata dalla popolazione locale al nuovo re di Grecia durante i tre giorni di permanenza a Brindisi.
Ottone Wittelsbach (1815 - 1867), principe di Baviera e secondogenito del re Ludovico I, fu nominato sovrano della nazione ellenica dalla conferenza di Londra il 7 maggio 1832, secondo la quale la Grecia diveniva una nuova monarchia indipendente sotto la protezione delle grandi potenze del Regno Unito, della Francia e della Russia, titolo riconosciuto dall'assemblea nazionale ellenica il 5 ottobre dello stesso anno. Ottone poteva vantare la designazione anche per discendenza dalla dinastia imperiale bizantina dei Comneni e dei Lascaris. Non essendo ancora diciottenne, fu deciso di affiancarlo ad un consiglio di reggenza costituito da tre consiglieri.


Ottone Wittelsbach: a sx una foto del giovane sovrano, a dx il ritratto realizzato da Joseph Karl Stieler

Il delicato trasferimento del giovane principe e dei suoi collaboratori fu attentamente organizzato e pianificato dal capitano inglese Edward Lyons: da Trieste dovevano partire le navi con 3.500 uomini dell'esercito bavarese, mentre dal porto di Brindisi si dovevano imbarcare il principe con la sua delegazione. Ottone lasciò Monaco di Baviera il 6 dicembre 1832 ed attraversò l’Italia accompagnato nel suo lungo viaggio verso Brindisi dal fratello Massimiliano, dove, al suo arrivo l’11 gennaio del 1833, fu accolto da spontanee manifestazioni di affetto e di grande entusiasmo dall’intera popolazione locale.

La famiglia Wittelsbach della casa di Baviera infatti aveva finanziato gran parte della costruzione della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dell’attiguo monastero delle clarisse cappuccine, iniziata nel 1609 per volere del frate cappuccino brindisino Giulio Cesare Russo, futuro San Lorenzo, sul sito dove insisteva la casa in cui egli era nato. Ancora oggi si possono osservare gli stemmi di Massimiliano I di Baviera e dei duchi di Lorena posti ai lati dell'altare maggiore, dove spicca la grande tela dell'Immacolata tra Angeli attribuita al pittore fiammingo Pieter De Witte (detto Pietro il Candido) di cui è noto il lungo soggiorno a Monaco di Baviera.


La chiesa di Santa Maria degli Angeli. Interno e altare maggiore

Le cronache dell’epoca raccontano la calorosa accoglienza che la città attribuì ad Ottone durante i tre giorni di soggiorno a Brindisi, Salvatore Morelli nel 1848 così la descrive: “L’immenso entusiasmo con che i brindisini salutarono quest’astro polare dell’attuale incivilimento greco, e le fastose manifestazioni di quei tre giorni che fu tra loro, erano indice di quella morale dipendenza, che dicesi gratitudine generata dalla coscienza del popolo dall’amorevole disinteresse degli augusti suoi avi in pro della religione e del paese, nell’edificare di proprio denaro il ricco Tempio degli Angioli”. Il principe di Baviera accolse queste cerimonie con “tale e tanta benevolenza” che “svestito del regio orgoglio onorati tutti d’un domestico sorriso”, volle lasciare il segno della sua riconoscenza scrivendo di proprio pugno una lettera autografa di ringraziamento alla città che “gelosamente conservasi nella cittadina biblioteca”, di cui oggi però non vi è traccia.

Nel porto brindisino il 13 gennaio giunsero le quattro navi da guerra sulle quali erano imbarcati i ministri delle quattro potenze (Russia, Francia, Inghilterra e Austria) che proprio a Brindisi riconobbero ed ufficializzarono la sovranità di Ottone sulla Grecia.
Il 15 gennaio 1833 il principe di Baviera e i tre consiglieri di reggenza si imbarcarono sulla fregata britannica Madagascar al comando dal capitano Lyons, dove “furono fatti a tale oggetto i più eleganti e ben intesi preparativi”. Il 30 gennaio i “legni” attraccarono nel porto greco di Nauplia dove si congiunsero con le trentacinque navi che trasportavano le truppe bavaresi, il 6 febbraio Ottone sbarcò ed assunse il trono di Grecia.
Due anni dopo, raggiunta la maggiore età, vi fu l’incoronazione ufficiale, per l’occasione il padre Ludovico (talvolta tradotto in italiano come Luigi) scelse ancora Brindisi come porto di partenza per la Grecia, imbarcandosi sulla nave inglese Portland, una possente fregata con 52 cannoni messa a disposizione dalla squadra navale di stanza a Malta per accompagnare il sovrano di Baviera alla cerimonia del 1 giugno.


Il porto di Brindisi nel 1904

Secondo l’opinione di alcuni illustri storici, la nascita del regno di Grecia, e quindi le nuove opportunità di commercio verso la nazione ellenica che si aprivano per l’intero regno borbonico, furono determinanti – almeno in buona parte – alla risoluzione definitiva della crisi del porto di Brindisi, avviata già prima dell’errato intervento sulla foce effettuato da Andrea Pigonati. Finalmente una nuova commissione composta da cinque ingegneri ed “ufficiali di mare e di terra” fu inviata nella città adriatica per valutare le opere e i costi necessari al suo completo e definitivo ripristino.
Alla corte napoletana di Ferdinando II infatti tale opportunità era stata sollecitata in più occasioni, così come forti pressioni per questo tipo di provvedimento giungevano anche dalle nuove autorità greche, interessate allo stesso modo a trafficare con l’occidente attraverso il porto di Brindisi. Anche i russi e gli inglesi, che si erano avvalsi in diverse circostanze dello scalo brindisino durante i passaggi di ambasciatori e incaricati governativi, auspicavano il miglioramento delle sue condizioni.
L’arrivo della commissione, il 22 marzo del 1835, fu accolta con grande eccitazione dai brindisini: le campane delle chiese suonarono a festa mentre la gente assiepata lungo le strade gridava con gioia “via il re, viva la commissione”. Le acclamazioni accompagnarono i componenti della commissione sino all’alloggio a loro destinato e “la popolazione corse quindi nelle chiese, rese solenni grazie a Dio che aveva accolto le sue preghiere, e implorò la conservazione del re, il quale erasi mosso a compassione della città”. Il motivo di tale esultanza, oltre alla speranza di un futuro migliore dopo secoli di prostrazione, rappresentava la vittoria contro quei “nemici” che chiedevano l’interramento del porto e l’abbandono della città, un progetto che fortunatamente non fu mai realizzato.


Incisione dei lavori al porto nel1869

Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.31 (18 gen. 2018)

Bibliografia:
» Rosario Jurlaro. Cronaca dei sindaci di Brindisi II (1787 - 1860) 2001
» Giacomo Carito. Ottone di Grecia, Brindisi e il Risorgimento ellenico, in Rassegna Storica del Mezzogiorno n.1 - 2016
» Salvatore Morelli. Brindisi e Ferdinando II il passato il presente e l'avvenire di Brindisi. 1848
» Ferrando Ascoli. Storia di Brindisi scritta da un marino. 1886

Documenti correlati
» La chiesa di Santa Maria degli Angeli
» Le vicende del canale di ingresso al porto (Canale Pigonati)


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