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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

I GRANDI LAVORI DEI PRIMI ANNI DEL XX SECOLO

Nel 1993 la Cassa Edile di Brindisi pubblicò uno dei suoi tradizionali calendari, attingendo a un inedito patrimonio fotografico custodito presso l'Archivio di Stato.
Le foto facevano parte del cosiddetto "Fondo Genio Civile" acquisito dall'Archivio nel 1972 in condizioni disastrose e pazientemente riordinato.
Esse ritraggono prevalentemente momenti dei lavori di esecuzione delle grandi opere pubbliche a Brindisi nei primi decenni del secolo. Alcune sono corredate da didascalie, altre, purtroppo, no e, con riferimento a queste, che sono la gran parte, solo in alcuni casi è stato possibile individuare luoghi e tempi.
Resta comunque il fascino di immagini desuete: operai a piedi nudi, ma col cappello in testa, macchinari rudimentali, sorveglianti accigliati, animali utilizzati come forza motrice e biciclette come umile mezzo di trasporto.
I lavori documentati dalle foto sono riconducibili ai due grossi filoni di opere pubbliche che interessarono la città a cavallo dei due secoli: le opere portuali - non dimentichiamo che in altre foto d'epoca appaiono ancora tratti di porto non banchinizzati - e le grandi bonifiche ai lati della città.

Nei documenti del genio Civile coevi alle foto si fa riferimento alla creazione di vari tratti di banchina: quella centrale (1886-1887, ditta appaltatrice "Società veneta"), quello della Dogana (1915-1919, impresa "Reale Vito"), quella Montenegro (1924-1928, impresa Cordella), quella Sciabiche (1912-1923, ancora impresa Cordella), quella di Santa Maria del Casale (1931-1933, impresa Piccinni), la sistemazione del canale Pigonati (intorno al 1900, impresa Dini), del Seno di Ponente (1906-1908, impresa Almagià), lo sbancamento del terrapieno incombente sul porto esterno per l'insediamento della carbonifera "Raggio" (1912-1926, coi lavori affidati a una cooperativa di ex combattenti della prima guerra mondiale), infine, in anni più recenti, (1936-1942), la costruzione della nuova stazione marittima ad opera dell'impresa "Bechelli".

Negli stessi anni si provvedeva anche al dragaggio del porto interno e alla eliminazione di alcune secche in quello medio.
La carbonifera "Raggio", di cui in alcune foto s'intravede la ciminiera, opera di alcuni imprenditori toscani, si limitava a pressare il carbon fossile per il riscaldamento dandogli la forma caratteristica di "mattonelle", da cui derivò il toponimo di via Mattonelle per quella strada che attualmente percorre il bordo del muraglione di contenimento del rione Annunziata.

Da notare che la Via del Mare è una realizzazione successiva; a quei tempi quel tratto di porto era servito dalla sola ferrovia, di cui in un'altra foto si scorgono i binari.

Per quanto riguarda i lavori di bonifica, progettati subito dopo l'Unità d'Italia, e proseguiti, con alterne vicende, fino alla metà degli anni 30, il "Fondo Genio Civile" fa riferimento a quella di "Fiume grande", progettata fin dal 1872, eseguita in forze nei primissimi anni del secolo e completata con le opere accessorie all'inizio della seconda guerra mondiale. Quella di "Fiume piccolo", progettata verso il 1854, in epoca pre-unitaria, venne attuata fra il 1870 e il 1880, ma anch'essa vide la serie degli interventi di sistemazione idrogeologica protrarsi ben oltre, addirittura fino al 1950.
Altre due bonifiche riguardarono la zona del Cillarese ( "Ponte Grande", 1880-1890), e la zona del Patri ("Ponte piccolo"). Il canale Patri assunse l'aspetto attuale nel 1929 e da allora ben poco è cambiato: la zona aspetta ancora oggi una sistemazione più dignitosa, specie l'ultimo tratto che passa sotto via provinciale per Lecce prima di sfociare a mare nei pressi della nuova questura.

Testo di Pietro Gigante

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