 |
BRINDISIWEB
Notizie e Comunicati Stampa |
"Così
parlò Bellavista": il cult di De Crescenzo
in scena al Nuovo Teatro Verdi
Geppy Gleijeses
e Marisa Laurito sono i protagonisti dello spettacolo
in arrivo al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi il 3 gennaio
(sipario ore 20.30). Un omaggio all’ingegnere-filosofo
scomparso lo scorso mese di luglio e a Napoli, città
con mille contraddizioni cui fanno da contraltare la
bellezza, la meraviglia e l’arte, un miscuglio
di sapori, odori ed emozioni.
Piccoli affreschi
di una bellissima Napoli degli anni Ottanta. Così
si potrebbe definire «Così parlò
Bellavista», la commedia tratta dall’omonimo
romanzo e dal film di Luciano De Crescenzo che approda
a Brindisi al Nuovo Teatro Verdi venerdì 3 gennaio,
con sipario alle ore 20.30.
Nato nel 2018 in occasione
dei 90 anni dell’ingegnere-filosofo, «Così
parlò Bellavista» arriva al Verdi come
una sorta di omaggio, dopo la morte recente dell’autore
napoletano: Geppy Gleijeses è regista e protagonista,
insieme a Marisa Laurito. Un omaggio ma anche un grande
affresco corale, celebrazione della umanissima ed esilarante
napoletanità. Sullo sfondo dell’eterna
diatriba, di carattere etnico/sentimentale, tra uomini
d’amore (napoletani) e uomini di libertà
(milanesi), tema dell’iconica lezione del professore,
rivivono, in un perfetto meccanismo teatrale, le scene
più divertenti del film. Cardine della storia,
il contrasto tra il meridionalissimo professor Bellavista
e il dirigente dell’Alfa venuto dal Nord Cazzaniga,
interpretato da Gianluca Ferrato.
Sullo sfondo c’è
Napoli, Napoli con tutte le sue contraddizioni, terra
di disoccupazione anche intellettuale, di Camorra, di
superstizioni, di preconcetti e stereotipi, ma anche
di una umanità semplice e divertente, ancorata
alle certezze della tradizione, ma che sa accogliere
la vita e le sue declinazioni con un brillante spirito
di adattamento e con una straordinaria ironia.
In un palazzo della
città, uno di quelli custoditi da un portiere,
e, in questo caso, anche da un vice portiere e da un
apprendista, vive Gennaro Bellavista, professore in
pensione, con la moglie Maria e Patrizia, la figlia
giovanissima che dall’amore con Giorgio, architetto
disoccupato, ha acquisito un pancione in crescita con
tutti i problemi connessi. Qui il professore disegna
una Napoli che riscrive la realtà con tutta la
carica di un inesauribile umorismo, così i panni
stesi ad asciugare su cordicelle che collegano i palazzi
sono un indicatore di unione fra le signore che dovranno
concordare i tempi delle asciugature e finiscono per
disegnare una sorta di trama che collega capillarmente
la città. Come dire: da folklore, simbolo di
sciatteria, a un modo gentile per creare amicizie.
Il testo è
un gioco di fila di situazioni esilaranti, che ripercorre
particolari tratti della napoletanità, dal gioco
del Lotto, alla Fiat 500 tappezzata di giornali e trasformata
in alcova, o il ‘core’ napoletano nella
scenetta del cavallino rosso causa di un furto d’auto,
che coinvolge con effetto comico moltiplicato.
In questa realtà
così ben delineata irrompe travolgente l’ing.
Cazzaniga, milanese doc, sulle prime accolto con diffidenza,
e sul quale vengono immediatamente riversati i pregiudizi
e attribuiti quegli strani contegni che lo dichiarano
uomo di libertà e non d’amore, come la
sveglia alle sei del mattino, lui che da dirigente potrebbe
permettersi ben altri orari. Ma quando un guasto dell’ascensore
costringe il prof. Bellavista e l’ing. Cazzaniga
alla difficile coabitazione avviene l’inevitabile:
i due imparano a conoscersi e ad apprezzarsi e il filosofo
urbano si ritrova a gustare il panettone arrivato da
Milano. Due mondi apparentemente distanti entrano in
contatto e il risultato alla fine diventa tutt’altro
che conflittuale.
La scenografia riproduce
la facciata del grande palazzo Ruffo di Castelcicala
di via Foria, dove fu girata la pellicola, con i tipici
elementi della casa partenopea: il tavolo dei pomodori,
il negozio di arredi sacri, l’ascensore, il cenacolo.
Proprio qui, nel cenacolo, Bellavista tiene le sue dissertazioni
e regala pillole di saggezza. Una spettacolare doppia
rampa di scale su tre piani occupa il fondo della scena
e sovrasta una corte nella quale le luci esaltano i
dialoghi e sottolineano i personaggi. La produzione
è anche un omaggio al coautore di quel film,
Riccardo Pazzaglia, in memoria di una stagione cinematografica
e televisiva indimenticabile.
Si comincia alle ore
20.30
Durata: un’ora e 50 minuti (atto unico)
Biglietteria
online
Info www.nuovoteatroverdi.com - T. (0831) 562 554 -
229 230



Comunicato
UFFICIO STAMPA FONDAZIONE NUOVO TEATRO VERDI
«
Indietro
|