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Teatro, spettacolo di danza "Il rumore dell'amore"
i passi dannati e danzati di Paolo e Francesca

Al Teatro Verdi di Brindisi è protagonista la danza contemporanea con uno spettacolo ideato dal coreografo brindisino Vito Alfarano. «Il rumore dell’amore», ispirato all’amore tormentato e fatale di Paolo e Francesca e degli innamorati contemporanei, celebra il sentimento capace di sopravvivere anche dopo la morte. Appuntamento venerdì 23 marzo con inizio alle ore 20.30.

L’amore è un sentimento profondo, intenso e coinvolgente che accomuna ogni uomo nelle sue diverse modalità di forma ed espressione. Tra le varie rappresentazioni dell’amore vi è quello passionale, infinito, capace di unire indissolubilmente due anime e di sopravvivere anche dopo la morte. Da quest’idea nasce «Il rumore dell’amore», lo spettacolo di danza in arrivo al Teatro Verdi di Brindisi venerdì 23 marzo alle ore 20.30, con la coreografia del danzatore brindisino Vito Alfarano e la regia di Luigi Marangoni. Una produzione «Fabula Saltica» di Rovigo e «AlphaZTL Compagnia d’Arte Dinamica» di Brindisi.

Lo spettacolo è costruito a quadri, a volte autonomi, a volte collegati l’uno all’altro. I titoli dei quadri e il loro contenuto sono tratti dal libro «Frammenti di un discorso amoroso» di Roland Barthes, un alfabeto di parole, stati d’animo, condizioni d’amore che ricreano l’universo dell’amare, un lungo elenco delle possibili risposte al «ti amo» che vanno da «io no» fino ad «anch’io». Gli innamorati a cui Vito Alfarano e Luigi Marangoni si ispirano sono Paolo e Francesca di Dante, gli amanti sventurati condannati in eterno alla “bufera infernal”, dalla cui potenza sono percossi e costantemente trascinati («Mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta»), ma anche all’eterna commemorazione, elevati a simboli dell’amore totale e incondizionato. «L’Amor che move il sole e l’altre stelle», così la creazione di Vito Alfarano celebra il sentimento più nobile, rappresentato nei quadri del rapimento, dell’eternità, dell’assenza, del voler prendere e della dipendenza. Un’esplorazione per versi dell’anima, un po’ come fa Barthes con il suo discorso dell’innamorato, che sembra destinato alla scena per attitudine morale: «Ogni passione, alla fine, ha il suo spettatore, non c’è nessun sacrificio amoroso senza nessun teatro alla fine».

Al teatro vero ci ha pensato Vito Alfarano che, dopo mille esperienze in diverse città italiane e all’estero, ha voluto portare il suo lavoro a Brindisi, foggiato con cura nell’umanità dolente e ricca di un carcere e per questo ribollente di verità: lo mette in scena al fianco di tre danzatori, il brindisino Daniele Corsa, in viaggio verso la danza contemporanea con un passaporto da breakdancer, la barese Stefania Catarinella e la rodigina Federica Iacuzzi. La danza degli eterni amanti è commovente e si contrappone alla freddezza dei rumori delle carceri dove, dopo un laboratorio di teatro e movimento corporeo realizzato nel 2008 con i detenuti della Casa Circondariale di Rovigo, sono state raccolte immagini, parole e canzoni. Così, i danzatori si mettono in gioco usando anche la parola. Delirio, vertigine, attesa, sofferenza, festa, sono raccontati con una musica a volte trascinante, a volte delicata, in esplosioni di energia che i danzatori comunicano attraverso i loro corpi.

Il laboratorio ha consentito di costruire un percorso dal quale è scaturita una vivida realtà affettiva dei detenuti: ognuno di loro ha un amore che li aspetta, il loro cuore è caldo e la lontananza è dura da sopportare, ma l’amore è la cosa più bella a cui pensare, una ragione di vita. I detenuti scrivono lettere, cantano, ballano e i loro volti si rilassano, sorridono, si commuovono e le loro mani applaudono le lacrime dei compagni che raccontano se stessi. Emergono sentimenti profondi che non riescono più a rimanere compressi: tutto in loro è pieno di sincerità. La sorpresa è che anche in carcere, nonostante il distacco, l’amore continui a essere una forza misteriosa che rende meravigliosa la vita di tutti gli uomini.

Un coreografo e un regista, un videomaker, Alessandro Gasperotto, e danzatori-attori per uno spettacolo dedicato a tutti gli innamorati e chi vorrebbe esserlo. Le musiche sono di autori vari e originali di Paolo Zambelli, realizzate con la collaborazione degli allievi della classe di musica d’uso del Conservatorio «Francesco Venezze» di Rovigo. Costumi e oggetti a cura di Elena Frigato.

Il passo a due su Paolo e Francesca contenuto nello spettacolo ha vinto il Granprix al «IV International Sergei Diaghilev Competition of Choreographic Art» a Lòdz in Polonia nel dicembre 2009. Vito Alfarano è stato premiato dal presidente di giuria Vladimir Malakhov, uno dei ballerini russi più famosi al mondo.

Si comincia alle ore 20.30
Durata spettacolo: un’ora e 15 minuti
Prezzi: intero 15 €; ridotto 10 € (scuole di danza, associazioni, under 25, over 65); bambini fino a 12 anni 6€
Biglietteria online
Tel. (0831) 562 554 - 229 230


Il rumore dell'amore - ph Nicola Boschetti

Comunicato Ufficio Stampa & Comunicazione Fondazione Nuovo Teatro Verdi - Brindisi

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