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Monumenti - FONTANA TANCREDI

Scheda storica a cura di Roberto Piliego

La fontana grande di Brindisi, più conosciuta come Tancredi, che si trova a brevissima distanza dal termine dell'antica via Appia, fu costruita in realtà dai Romani. Tancredi, conte di Lecce e ultimo re normanno, la fece solo restaurare nel 1192, a ricordo del solenne matrimonio celebrato quell'anno nella nostra Cattedrale tra il suo giovanissimo figlio Ruggero e Irene di Grecia, figlia dell'imperatore di Costantinopoli Isacco. L'anno prima Tancredi aveva nominato Ruggero coreggente del regno, e questo spiega la citazione dei due re nell'epigrafe che fu posta sulla fontana per memoria del rifacimento dell'opera:
ANNO DOMINICE INCARNATIONIS MILLESIMO CENTESIMO NONAGESIMO SECVNDO/ REGNANTE DOMINO NOSTRO TANCREDO INVICTISSIMO REGE ANNO TERTIO/ ET FELICITER REGNANTE DOMINO NOSTRO GLORIOSISSIMO REGE ROGERIO FILIO EIVS/ ANNO PRIMO MENSE AVGVSTI INDICTIONIS DECIMAE/ HOC OPVS FACTVM EST AD HONOREM EORVNDEM REGVM

La parte terminale della via Appia e la fontana furono restaurate nel 1540 (sindaco era Bartolomeo Tomasino) dal governatore della provincia d'Otranto (che fu governatore anche della provincia di Bari nel 1544-45), Ferdinando Loffredo, come ricorda una seconda iscrizione, non più leggibile come la precedente, che si rivolgeva direttamente al viandante, con l'invito a fermarsi e a bere:
AD VIATOREM
APPIA APPIO, FONS TANCREDO REGE AEDITA/ AMBO FERDINANDO LOFFREDO HEROE INSTAVRATA/ QUARE STA BIBE ET PROPERA ET TRIA HAEC COMMODA HIS TRIBVS PROCERIBVS ACCEPTA REFERTO

La fontana grande, che fu di nuovo riparata - e con l'occasione ampliata - nel 1828, forniva acqua abbondantissima e purissima (se ne servivano pure gli ammalati, perché dai medici e dai periti era considerata la migliore in assoluto della città e dei dintorni), non solo per le esigenze dei cittadini e degli animali, ma anche per irrigare gli orti e i giardini che si trovavano lungo quel tratto di costa. La vasca rettangolare era l'abbeveratoio dei cavalli e degli altri animali da tiro. A quel tempo la città e i suoi immediati dintorni erano ricchi di sorgenti d'acqua potabile, spesso in vicinanza del mare, come si vedrà. Una risorsa pressoché completamente distrutta a seguito dello spianamento dei colli e delle alture e, più recentemente, dello scavo di molti pozzi artesiani che hanno sconvolto l'equilibrio naturale e ridotto la grande disponibilità idrica che una volta era assicurata dalle falde freatiche (superficiali e poco profonde, a differenza di quelle artesiane).


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