AMBIENTE & NATURA
Stagni
e Saline di Punta della Contessa
Parco Naturale Regionale
Il Parco Naturale Regionale, a qualche km a sud della città, si
sviluppa tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa. La zona
umida, di 214 ettari, ha un grande interesse ornitologico e
paesaggistico per la presenza di un insieme di bacini costieri
temporanei con substrato di limi e argille pleistoceniche, alimentati
da corsi d'acqua canalizzati provenienti dall'entroterra, denominati
"Le Chianche" e "Foggia di Rau", mentre i bacini più a sud sono
alimentati anche da sorgenti di acqua dolce e subiscono l'introduzione
di acqua del mare soprattutto dopo forti mareggiate.
I bacini sono separati dal mare dalla spiaggia sabbiosa che si estende
anche per una larghezza di 15 metri. L'intera area ha pregevoli aspetti
vegetazionali ed è costituita da estesi salicornieti e da ambienti
lagunari con Ruppia cirrhosa.
Importantissimo sito di interesse per la nidificazione e sosta
dell'avifauna migratoria acquatica: sono state segnalate circa 14
specie nidificanti, tra cui beccacce di mare, cigni, folaga, aironi,
germani reali, moretta la vegetazione è costituita in prevalenza da
rupopia chirrosa, agropyron junceum, ammophilla sp. e molte
appartenenti ad altre categorie fenologiche che risultano d'interesse
internazionale.
E'' stata segnalata anche la presenza di una popolazione vitale e
riproduttiva di tartaruga palustre europea Emys orbicularis
[1].
Nell'area sono stati costruite delle piccole "vedette" dalle quali e'
possibile dilettarsi con il " Birdwatching".
Rientra nell'ambito del Parco anche l'area di Fiume Grande
(scheda).
Gli stagni
del Parco di Punta della Contessa (foto G.Membola - 2005)
Le Saline
Regie del Parco di Punta della Contessa (foto G.Membola - 2005)
Le
Saline Regie, che
costituiscono i bacini più a nord rispetto gli stagni, ebbero intenso
sfruttamente commerciale tra il XIII e il XVIII secolo, con un
tentativo di riuso nel XIX secolo. Da qui proveniva il sale che veniva
donato ai cittadini locali su disposizioni di re Ferdinando I d'Aragona
(1465-66), al fine di favorire il ripopolamento della città.
Con la fine dello sfruttamento commerciale della zona, l'area divenne
una estensione paludosa asciutta d'estate.
Al centro di questo territorio si può osservare l'antica torre -
verosimilmente rinascimentale - munita di caditoie (foto)
della Masseria Villanova, inglobante nel
nucleo centrale che insiste su preesistenze medievali legate
all'abbazia he prendeva il nome di Santa Maria de
Ferorellis, toponimo che ha origine dalla diffusione
nell'area delle feruleche. Questo edificio rappresentava un complesso
ecclesiale di rito greco attivo dal XII al XVI secolo, prima di essere
trasformato in ente economico denominato Ferorelli sino al XVIII secolo
[2].
L'antico edificio è vincolato ope legis in base
al codice Urbani sui beni culturali.
L'attuale denominizione Villanova deriva dalla famiglia che ne è stata
proprietaria per secoli.
» SCHEDA SULLE SALINE
Uno stagno
del Parco, secco durante il periodo estivo (foto G.Membola - 2007)
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