Novembre, venerdì 27, 
                h. 17.00
                XL Colloquio di studi e ricerca storica
                Brindisi. Palazzo Granafei-Nervegna (g.c.)
                Messapi, Romani e aspetti dell’identità 
                di Brindisi
              "Il successivo territorio 
                della Iapigia è, contro ogni aspettativa, molto confortevole.
                Infatti sebbene appaia aspro in superficie, dove è possibile 
                arare, si scopre che 
                il terreno è alquanto profondo e fertile, e quantunque 
                sia povero d’acqua, 
                nondimeno è abbondante di ridenti pascoli e appare ricco 
                di foreste. 
                Un tempo tutta questa regione era anche densamente abitata e contava 
                tredici città. 
                Ora invece, ad eccezione di Taranto e di Brindisi, le altre non 
                sono che piccoli borghi,
                essendo giunto a tal punto il degrado. 
                Si tramanda che i Salentini siano dei coloni venuti da Creta"
                Strabone, Geografia
              L’identità di una città 
                è nell’insieme complesso di eventi presenti e trascorsi, 
                necessari e compresenti, invisibili eppure concreti; da qui si 
                generano il senso di appartenenza dei suoi cittadini, la fascinazione 
                urbana, la cultura della memoria collettiva. Questo sistema di 
                valori si declina nella conservazione degli spazi e dei ritmi, 
                dei colori e degli afrori, di tutto ciò che costruisce 
                il volto della città. Sopravvive in tal modo una civiltà 
                urbana di generazione in generazione, così come sopravvive 
                una fiaba continuamente narrata, di sera in sera; ciò non 
                significa definire un’identità sulla base della categoria 
                della conservazione quanto del continuo avvicendarsi delle generazioni. 
                Le riflessioni di Italo Calvino in Le città invisibili, 
                andrebbero in tal senso riprese: "La città di Leonia 
                rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione 
                si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena 
                sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, 
                estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta 
                ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall’ultimo 
                modello d’apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi 
                sacchi di plastica, i resti di Leonia d’ieri aspettano il 
                carro dello spazzaturaio”. Il risultato è che più 
                una città “espelle roba più ne accumula; le 
                squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può 
                togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta 
                se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature 
                d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri 
                e di tutti i suoi giorni e anni e lustri”. Montaigne rilevò 
                la radice dell’identità nel continuo fluire delle 
                persone e delle cose: “Tutto cambia intorno a noi, tutto 
                si muove; si muovono perfino le piramidi d’Egitto, le montagne 
                e la terra; perciò l’uomo è anche lui in continuo 
                mutare e non è mai eguale a quello che era un attimo prima”. 
                L’identità psico-sociologica è un insieme 
                di criteri di definizione di un soggetto e un sentimento interno 
                articolato sugli altri di unità, coerenza, appartenenza, 
                valore, autonomia e fiducia organizzati intorno a una volontà. 
                Chiedersi qual è l’identità “reale” 
                di un soggetto sociale non ha senso. Un’identità 
                è un’identità per qualcuno. Essa varia in 
                funzione degli attori interessati: il soggetto attore e gli altri 
                soggetti attori. Entrano in gioco qui le idee della psicologia 
                sociale sulle identità sociali in quanto insieme di identità 
                attribuite da uno o più soggetti-attori a un altro attore. 
                L’identità è la risposta data alla questione: 
                che è questo soggetto, questo gruppo, questa cultura; ora, 
                in un panorama nel quale i soggetti urbani sono disseminati in 
                comunità diverse per lingua, storia e cultura, l'esigenza 
                della comunicazione si manifesta necessariamente negli spazi pubblici 
                che, in certa misura, sono quelli in cui si sovrappongono le città 
                costruite e decostruite nel luogo che chiamiamo Brindisi. L’interpretazione 
                di questi luoghi e, più in generale, dell’urbanistica 
                messapica e romana ha avuto attraverso le indagine archeologiche 
                sviluppatesi nell’area di Brindisi, nuovi e interessanti 
                apporti; meglio ora può intendersi la struttura di una 
                città importante nel mondo antico e che, ancora oggi, come 
                molte città europee e del bacino del Mediterraneo, mostra 
                il retaggio dello schema urbanistico romano nel suo nucleo più 
                remoto. Come già Strabone rilevò, i Romani “pensarono 
                soprattutto a quello che i Greci avevano trascurato: il pavimentare 
                le strade, l'incanalare le acque, il costruire fogne che potessero 
                evacuare tutti i rifiuti della città”. (STRABONE, 
                Geografia, V, 3,8.). Accanto alla città reale, nella sua 
                materialità, è quella la cui immagine è trasmessa 
                dalla letteratura; i possibili riferimenti virgiliani alimentano 
                un dibattito fra i cui primi protagonisti è il Galateo 
                il quale, a proposito del primo approdo di Enea in Italia rilevò 
                nel De Situ Japigiae: “io non saprei dire se Virgilio si 
                riferisse a Otranto, oppure a Brindisi”. Questi temi saranno 
                sviluppati, nel corso del XL Colloquio di studi e ricerca storica 
                da archeologi, studiosi della letteratura latina, dirigenti museali 
                in un programma articolato e complesso, che si invia in allegato, 
                sviluppato con Ar.Tur – Luoghi d’Arte e d’Accoglienza 
                nell’ambito del progetto GRANAfertART.