.:. STORIA

STORIA DELL’ARCIDIOCESI
3 - secoli IX e X
a cura del prof. Giacomo Carito

Muovendo da Otranto e Gallipoli, i Greci verso la fine del sec. IX acquistano il controllo su Oria, ove era vescovo Teodosio; e lo fanno, forse, per controllare l'attività di questo grande vescovo. Dei predecessori di Teodosio, residenti in Oria, si conoscono solo i nomi di Magelpoto e Paolo. I Greci inviarono presso Teodosio Gaideriso, principe spodestato di Benevento. Si deve a Teodosio, amico del vescovo di Benevento e del principe Gaideriso, la restituzione di una parte delle reliquie di san Leucio, protovescovo di Brindisi, alla chiesa di questa città. Queste reliquie furono riposte nella basilica che, costruita per iniziativa di Teodosio, fu consacrata dal successore vescovo Giovanni. Inizia allora ad opera di Teodosio il programma di ripopolamento della desolata città, programma concretato poi dai Normanni che agevoleranno, anche con esenzioni fiscali, sul finire del secolo XI, quelli che costruiranno le loro case in vetera civitate.
L'opera intrapresa dal vescovo Teodosio è forse da porre in rapporto con l'incompiuta memoria incisa sopra la base di una delle due colonne, simbolo della città, ove si accenna a una iniziata ricostruzione di Brindisi ad opera di anonimi imperatori bizantini.
Non si può stabilire se le due iniziative: quella del vescovo Teodosio e l'altra del protospatario Lupo, fossero state in concorrenza o concordate. Probabile è che fossero in concorrenza poiché non si hanno altri risultati se non la consacrazione, avvenuta anni dopo, della basilica di San Leucio, e i versi, peraltro di senso incompiuto, incisi sopra una fiancata di base della colonna.
Che la basilica di San Leucio, allora consacrata, sia poi stata la cattedrale di Brindisi, è provato dai documenti di età normanna in cui è il termine di passaggio della cattedra da questa all'altra chiesa costruita più vicina al porto, tra il 1089 ed il 1143. Sì può anche pensare che la tentata ricostruzione di Brindisi sia avvenuta intorno all'886 quando il generale greco Niceforo liberò nel porto di questa città alcuni prigionieri con i quali probabilmente diede inizio ai lavori. Il testo inciso sulla base della colonna dovrebbe cosí riferirsi o agli imperatori Basilio - Leone- Alessandro (880-886) o a Leone e Alessandro (886-911).
La basilica di San Leucio, voluta dal vescovo Teodosio per riporvi la parte del corpo di san Leucio ricevuta da Benevento, era nel rione Cappuccini, nei pressi dell’ex ospedale “Di Summa”. Della sua funzione di cattedrale restarono, sino alla distruzione, chiare vestigia. Gli arcivescovi eletti di Brindisi prendevano possesso dell’archidiocesi di in questa basilica. Ancora, ogni anno, nella stessa chiesa, il primo giorno di maggio, convenivano gli arcipreti e abati della diocesi prestando la dovuta obbedienza all’ordinario. La basilica di San Leucio, convertita nell’XI secolo in titolo abbaziale dall’arcivescovo Leonardo, fu successivamente beneficio dell’arcidiaconato; fu distrutta nel 1720 per utilizzare il materiale nella costruzione del palazzo del Seminario. Includeva, nella sua struttura, l’antico martyrium, a tricora col sarcofago nella conca frontale, in cui era stata, intera, la reliquia del corpo di san Leucio sino alla conquista longobarda della città ossia alla fine del VII secolo, quando fu trafugata da cittadini tranesi. Nel XII secolo, era diffusa la convinzione, errata, che l’intero corpo del santo fosse nella basilica; nel 1190 l’arcivescovo Pietro di Bisignano tentò anche una ricognizione delle reliquie che non diede risultati positivi. L’unica reliquia di san Leucio esistente in brindisi era in realtà quella del braccio, ottenuta dal vescovo Teodosio dalla chiesa di Benevento.


Rilievo della basilica di San Leucio

I vescovi di Brindisi successori di Teodosio, fino a Giovanni protocattedra, ossia dalla fine del IX secolo alla prima metà dell'XI, non furono di nomina pontificia. Roma pur conservando il diritto e le prerogative sulla chiesa brindisina, non poté che affidarla nominalmente ai vescovi di Canosa. Vi furono allora nella Chiesa di Brindisi due vescovi, uno nominale latino, l'altro residenziale greco. È verosimile che la chiesa brindisina e oritana sia stata grecizzata nei riti durante l'impero di Niceforo Foca; giusto anche un riferimento che è nell'opera di Nilo Doxopatris.
Fra i vescovi successori e residenziali, vi fu Giovanni, titolare delle sedi di Canosa e Brindisi, che consacrò la basilica di San Leucio nei primi anni del sec.X, Paone, vescovo anche questo di Canosa e Brindisi, Andrea, vescovo residente in Oria, ucciso per mano del protospatario bizantino Porfirio nel 979, Gregorio che governò per conto di Bisanzio dal 987 al 996. II rito greco, comunque, si affiancò piú che sostituirsi a quello latino anche perché, in quel periodo, è possibile vi siano stati vescovi latini eletti dal popolo e dal clero, poi confermati dal patriarca di Bisanzio.

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