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Archivio Storico Diocesano di Ostuni
Piazzetta Arcidiacono Teodoro Trinchera

L 'esistenza di una sede vescovile ostunese è documentata con certezza a partire dal 1071, anno nel quale il vescovo Datto, intervenendo alla consacrazione della basilica di Montecassino, si sottoscrisse come Stunensis Episcopus.
È probabile, ad ogni modo, che a partire dall'ultimo quarto del X secolo, Ostuni possa essere stata sede suffraganea della vicina diocesi di Brindisi che, con Monopoli, era retta nel 981 dal vescovo Gregorio.
Il desiderio di nobilitare l'origine della cattedra ostunese, attribuendole una antichità addirittura anteriore al papato di Gregorio Magno, spinse il vescovo Benedetto Milazzo (1679-1706) a realizzare nel 1698 nel Palazzo Vescovile di Ostuni, una raccolta di quadri dei suoi predecessori accompagnata da una iscrizione che recitava D. O.M Anno D X C D. Gregorii Magni, imo antea, Episcopali Hostunes Ecclesia decore fulgebat. L 'iscrizione e la serie dei vescovi sono andate perdute ma già nel 1750 il vescovo Antonio Scoppa (1747-1782) dubitava di quella vetustà, non sostenuta da alcun elemento documentario.
È certa l'esistenza dell'istituzione capitolare a partire dal 1155, anno nel quale fu sottoscritta dall' archidiaconus Michahel una pergamena attestante il consenso per la permuta di una casa di proprietà della chiesa ostunese.
Poche le notizie pervenuteci sulle dignità e sul numero dei canonici anteriormente al 1558, anno della visita pastorale compiuta dal vescovo Gian Carlo Bovio. Dagli atti relativi all'esame al clero il capitolo risulta composto di 4 dignità: arcidiacono, cantore, arciprete e tesoriere, da canonici e da sacerdoti.
Nel 1588 il vescovo Cesare Carafa (1578-1603) con un decreto fissò a 4 il numero delle dignità e a 20 quello dei canonici.
Nel corso del XVII secolo rimase invariato il numero delle dignità capitolari mentre le unità relative ai canonici registrarono accrescimenti o ridimensionamenti in rapporto alle variate esigenze amministrative e liturgiche dei beni capitolari. Nel 1604 si contavano 20 canonici, divenuti 21 nel 1651, anno nel quale furono affiancatati da 71 sacerdoti semplici. Sempre nella prima metà del XVII secolo vennero introdotti i due uffici del teologo e del penitenziere, dotati coi beni delle distrutte chiesette urbane di San Martino, prebenda del teologo e di Santa Barbara, prebenda del penitenziere.
Il progressivo incremento delle rendite capitolari portò nel 1676 il vescovo Carlo Personè (1659- 1678) ad elevare a 24 i canonici e ad aggiungere 20 "mansionari". Questi ultimi, addetti a determinate funzioni, avevano pari diritti ma non usufruivano di prebende. Un drastico ridimensionamento dei canonici ridotti a 13, e dei sacerdoti divenuti 36, si ebbe ne1688. Nel 1747 i componenti del Capitolo comprendevano oltre alle 4 dignità solo 12 canonici. Cinque dignità: arcidiacono, cantore, arciprete, tesoriere e teologo, sono menzionate nel 1794, 20 canonici e 26 porzionari.
La chiesa cattedrale, con Bolla Apostolica del 27 giugno 1818, venne soppressa e ridotta al rango di Collegiale mentre la diocesi, comprendente i comuni di San Vito dei Normanni, di Carovigno, di San Michele Salentino e di Locorotondo, fu aggregata a quella di Brindisi.
Riacquistata l'autonomia il 14 maggio del 1821 la chiesa ostunese ha continuato a essere retta a titolo di amministrazione perpetua dall' arcivescovo di Brindisi sino alla definitiva unione delle due diocesi.
Varia è la natura dei numerosi fondi che costituiscono il cospicuo patrimonio in possesso
dell'archivio storico diocesano ostunese. Le pergamene, in numero di 234 datate dal 1099 al XVIII secolo (bolle papali), rappresentano il nucleo più antico dell'archivio, mentre il fondo cartaceo raccoglie atti del Vescovo, del Capitolo, della Curia, della Mensa Vescovile, delle Confraternite, dei Monasteri di clausura femminili, scritture notarili e platee.
Numerosi sono gli inventari che a partire dal 1664, testimoniano una costante preoccupazione a rendicontare e a redigere con precisione il numero di tutte le scritture in possesso dell'archivio. Una serie di circostanze: la mancanza di una sede idonea per la conservazione dei documenti almeno fino al XIX secolo, il conseguente cattivo di stato di conservazione, cause fortuite come l'incendio del 1803, ha determinato, però, la perdita di parte del materiale documentario, tale, comunque, da non aver inficiato in maniera considerevole la consistenza del nucleo originario.

Dati complessivi: pergg.234; unità 304

Fondi o serie proprie dell'archivio

Pergamene pezzi 234 1099 -1700
Conclusioni capitolari cartelle 09 1506 -1933
Amministrazione capitolare cartelle 52 1516 -1944
Atti patrimoniali cartelle 34 1615- 1925
Obbligazioni cartelle 18 1519 -1827
Puntature cartelle 03 1834- 1938
Atti notarili cartelle 02  
Platee nn. 18 1549 -1809
Benefici cartelle 20 1550 -1780
Bollario dei benefici cartelle 02 1734 -1834
Cedolario dei benefici cartelle 01  
Cause cartelle 10 1570- 1859
Cause per annullamento di matrimoni cartelle 03 1675 -1849
Processetti matrimoniali cartelle 04 1802 -1830
Processetti ordini sacri cartelle 01  
Richieste di ordinazioni sacre cartelle 01  
Atti per concorsi ecclesiastici cartelle 01  
Atti per concorsi alla parrocchia cartelle 01  
Surroghe di patrimoni sacri cartelle 03 1778 -1882
Secolarizzazioni di religiosi cartelle 01 1819 -1877
Concorsi cartelle 02  
Bolle di ordinazioni cartelle 03  
Bilanci del Seminario cartelle 23 1756 -1893
Bilanci dell'Ospedale cartelle 03 1737 -1798
Bilanci della Mensa Vescovile cartelle 02 1685 -1818
Monastero di San Benedetto cartelle 02 1600 -1900
Monastero di clausura femminile di
Santa Maria Maddalena de' Pazzis
cartelle 04  
Confraternite cartelle 14 1698 -1930
Lettere cartelle 08 1700 -1800
Legati pii cartelle 01 1600 -1900
Registro dei battezzati cartelle 32 1574- 1879
Registro dei matrimoni cartelle 07 1681 -1936
Registro dei morti cartelle 12 1660- 1918
Registro delle Cresime cartelle 03 1754- 1870
Varie e carteggi cartelle 02 XIX -XX
Manoscritto de' Benedictis   1563- 1823
Atti notarili non ecclesiastici   1550
Atti diversi cartelle 04  

Testo di Enza Aurisicchio

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