.:. CHIESE

NOTA SUL RESTAURO E CONSOLIDAMENTO STATICO CONSERVATIVO DELLA CHIESA DEL CARMINE - PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO IN CAROVIGNO
Luigi D’Amato

Pratica CEI n. E/5236/2007
Permesso di Costruire n. 163/2008
Parere Soprintendenza prot. n. 11510 del 24/10/2007
Progettazione e direzione lavori Studio D’AMATO ENGINEERING dr. ing. Luigi

Oggi piace guardare la facciata della chiesa del Carmine in Carovigno; restaurata e consolidata sembra non essere la stessa, degradata, cui lo sguardo si era adeguato.
Dopo che ho seguito la riqualificazione urbana della piazza antistante nel 2001, il recupero della facciata è per me diventato strumento indispensabile per cambiare il volto di quell’ambito urbano e quindi della città.
Il restauro della chiesa, eseguito dall’impresa Monteduro Salvatore & Figli snc di San Pietro Vernotico (BR), è stato interpretato con passione, esperienza e capacità rispettando la sacralità dell’edificio.
Come direttore dei lavori sono onorato della stima e fiducia dell’Arcivescovo e quando si ottiene un risultato positivo è un modo di vincere le tensioni, le angosce e le decisioni del vivere ogni giorno il lavoro del cantiere.
Il restauro ha avuto lo scopo di ottenere l’eliminazione dei degradi prodotti nel tempo da dissesti statici ed eventi sismici. Si è consolidato il pannello murario del prospetto principale con l’aumento della capacità portante dei vari elementi arco –finestra - portale.
Trattandosi di edificio vincolato si è fatto uno studio accurato dell’intero organismo murario per definire le manchevolezze strutturali e si sono progettati i miglioramenti poi apportati.
Per una migliore comprensione di quanto è stato eseguito, sulla base dalle indagini condotte con il deformometro sul paramento murario di facciata completamente dissestato, particolare cura è stata posta alla lesione in alto a sinistra guardando la chiesa, lato fontana, conseguenza di un’accentuata rotazione. Significativa la lesione sul portale, membratura fatiscente con rottura del materiale con propagazione fessurativa. Si è proceduto al consolidamento con iniezioni speciali, perneature e ove consentito barrette di carbon resine. La soppressione delle lesioni si è ottenuta, oltre che con barre di carbon resine, con il procedimento di cuci e scuci. La riparazione si è effettuata con l’estrazione dei conci tufacei rotti.
Il restauro permette ora d’osservare la semplice ma splendida facciata permeata di bellezza antica. Si può dire raggiunto il fine principale di salvaguardare le delicate superfici della pietra consegnando all’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi un edificio di culto ancora disponibile a essere indagato e compreso.

Veglie, 20 luglio 2009

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