.:. CHIESE

SANT'ANTONIO DA PADOVA
Mesagne

Non si sa con certezza quando la chiesa di Sant'Antonio, ubicata lungo la via per Torre Santa Susanna, sia stata costruita. Cataldo Antonio Mannarino sostenne fosse appartenuta all'antico beneficio della famiglia Russo e ne avessero fatto uso i padri agostiniani che qui avrebbero avviato la costruzione di un loro convento.
Abbandonata per mancanza di rendite, possesso della Mensa Arcivescovile, sarebbe stata ceduta in uso circa il 1560 alla confraternita, dal 1762 arciconfraternita, di Sant'Antonio da Padova.
Una prima menzione della chiesa si ha nel 1638-41; è descritta come "nuova", ossia di recente costruzione, ed affidata alle cure del canonico Cesare Saraceno che ne è cappellano.
Donna Ilaria Falces, con suo testamento del 20 aprile 1780, consentì un più ricco svolgimento della festa in onore del santo con messa cantata, sparo di mortaretti, disponibilità di cera e panegirico.
Il 6 maggio 1846, in seguito alla soppressione dell'ordine dei Celestini, l'arcivescovo di Brindisi Diego Pianeta concesse all'arciconfraternita di Sant'Antonio di Padova la chiesa di Santa Maria in Betleem. Inalterati rimanevano gli impegni nei confronti della sede originaria, che doveva rimanere idonea alla celebrazione del culto divino; vi si dovevano conseguentemente praticare tutte le riparazioni occorrenti e tenere fisso giorno e notte un custode affinché il luogo non fosse esposto a profanazioni.
Nel 1960-2 la chiesa, in cui il sodalizio pio-laicale era rientrato nel 1940, fu assoggettata a lavori necessari per renderla funzionale a un'area non più rurale ma urbana. Il I novembre del 1978 fu eretta a parrocchia per decreto dell'arcivescovo Settimio Todisco (1975-2000).
La chiesa è a una sola navata con gli altari laterali del Sacro Cuore e della Madonna del Carmine e le cappelle di San Giuseppe e del Crocifisso. Sull'altare maggiore è il settecentesco dipinto parietale di Sant'Antonio da Padova.
Fra le tele che arricchiscono la chiesa occorre far menzione dell'Estasi di Sant'Antonio dipinta il 1898 da Agesilao Flora, e delle altre, di botteghe locali attive fra XVII e XVIII secolo, aventi a soggetto Sant'Antonio predica ai pesci, Sant'Antonio attacca il piede al giovane, Sant'Antonio morente riceve il viatico, Estasi di Sant'Antonio in punto di morte, San Francesco d'Assisi adorante il Cristo morto sorretto da un angelo, Sant'Irene, Addolorata, Padre Eterno.
In sagrestia sono i due settecenteschi ritratti della Marchesa Ilaria Falces e di Ferdinando IV di Borbone; il secondo, copia di scuola napoletana, potrebbe intendersi come omaggio del Borbone a Mesagne nell'occasione della visita compiuta il 26 aprile 1797.
Viva è ancora la tradizione della festa di sant'Antonio; il 13 giugno la statua del santo viene portata, per le vie del rione, in cui si allestisce una piccola fiera, in lunga processione.

Interno. Altar maggiore
Agesilao Flora, Estasi di Sant'Antonio, 1898

Testo di Elisa Romano

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