.:. CHIESE

SACRO CUORE (SALESIANI)
Brindisi

Fu la nobildonna brindisina Grazia Balsamo (1879-1953) ad acquistare un'area di venticinquemila metri quadri sulla via Appia da destinare alla costruzione della chiesa del Sacro Cuore per la Congregazione dei Salesiani, da erigersi su progetto dell'ing. Giulio Vallotti, membro della famiglia di Don Bosco e rappresentante dell'Ufficio Tecnico della Direzione Generale dei Salesiani. La posa della prima pietra si ebbe il 26 aprile 1931. Già il 20 Dicembre 1934 i Salesiani - che in Brindisi avevano avuto residenza nel 1879-80 nel palazzo arcivescovile - poterono insediarsi nello stabile con l'onere di provvedere all'educazione morale, religiosa e civile dei brindisini.

Oltre al tempio occupante un'area pari a 1040 mq, infatti, il progetto prevedeva fabbricati annessi destinati a scuole per i figli del popolo, all'assistenza religiosa della gioventù, alla direzione e ad attività ricreative, per altri 1500 mq. Un porticato divide i locali dal giardino e dal vastissimo oratorio; l'ala parallela al tempio comprende inoltre un salone teatro di m. 20x12.
La chiesa del Sacro Cuore è divenuta sede parrocchiale il 31 Gennaio 1953.
La facciata, tripartita come l'interno della chiesa, ha decorazione muraria scandita su fasce orizzontali dipinte nei toni dell'arancione.
Alla sommità della parte mediana vi è un'edicola che ospita la statua del Sacro Cuore di Gesù. Più in basso vi è una trifora con vetrate colorate, fiancheggiata da due statue. Le tre ampie arcate inferiori intercalate da colonne lisce con capitello corinzio permettono l'accesso a un piccolo atrio e solo tramite dei portoni lignei laterali si accede all'interno della chiesa, risultando il centrale riservato alle grandi celebrazioni.
Di impianto basilicale, la chiesa del Sacro Cuore è suddivisa internamente in tre navate: la principale è lunga 32m e larga 11m, le laterali sono larghe solo 5m. Le luci diffuse illuminano ogni angolo della chiesa che è riccamente decorata. Le colonne marmoree con capitelli corinzi che dividono le navate sostengono archi le cui lunette sono dipinte con simboli di fede. Tali decorazioni si estendono anche alla copertura a cassettoni.
In fondo alla navata centrale vi è l'Altare Maggiore dedicato al Sacro Cuore con splendido trittico neo-gotico in legno dorato - manufatto della ditta Müssner di Ortisei (BZ) - dipinto dal napoletano Pietro Di Domenico che vi ha rappresentato Cristo affiancato dagli Angeli Adoranti; fra le cuspidi sono i ritratti di San Francesco di Sales, San Giovanni Bosco, Santa Maria Margherita Alecoque.
Il catino è sormontato da un'imponente semicupola dipinta con immagini simboliche opera dei brindisini fratelli Palmisano: sul cielo blu si staglia la Gloria della Croce che illumina all'esterno delle mura della città, le Palme, l'Agnello Nimbato, i Quattro Fiumi e i Dodici Agnelli, simboli, rispettivamente, dell'Eden, del Cristo, dei quattro evangelisti e dei dodici apostoli.
Nelle navate laterali vi sono tre altari in marmi policromi dedicati a Santa Maria Ausiliatrice, a San Giovanni Bosco e San Giuseppe: essi sono arricchiti da dipinti realizzati del pittore napoletano Pietro Di Domenico, rispettivamente, nel 1935, 1936 e 1937. Nel quadro dedicato al fondatore dei salesiani è proposta la famiglia di salvatore Balsamo, fratello di Grazia.
La navata destra ospita le spoglie di Grazia Balsamo, qui traslate il 9 maggio 1955, contenute in un sarcofago marmoreo opera della ditta napoletana Salvatore Pedone.
Noti sono i nomi di tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione della chiesa del Sacro Cuore.
La ditta Perugino per la parte muraria; i fratelli Palmisano per le pitture; la ditta Janni di Torino per le bellissime vetrate colorate; la ditta Müssner di Ortisei per i confessionali e le cornici; la ditta Vanni di Roma per le colonne e gli altri elementi marmorei; la ditta Tappi di Roma per gli arredi sacri. Tutti loro, ma soprattutto la ditta SIELTE di Roma che si è occupata dell'impianto di luce diffusa, hanno contribuito a fare della Chiesa del Sacro Cuore quella che già negli anni Trenta veniva definita dai giornali "la più bella chiesa di Brindisi".

Testo di Elisa Nudo

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Interno della chiesa
Trittico
Altare Maggiore
Sepolcro di
Grazia Balsamo
Altare
in marmo

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