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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

FRATELLI MAURO, LA FAMIGLIA CHE HA VESTITO GENERAZIONI DI BRINDISINI
Avviata un secolo fa, l'attività commerciale ha scritto la storia della moda e dell'eleganza a Brindisi, fatta di tessuti e abiti confezionati. Un solo negozio continua ancora oggi la lunga e gloriosa tradizione

Era il 1927 quando Raffaele Mauro decise di aprire un primo punto vendita di tessuti nel cuore del centro cittadino, in Corso Umberto 49, e per settantacinque anni è rimasto questo il "negozio grande" della famiglia Mauro, che per tre generazioni ha vestito con grande passione tantissimi brindisini.
In realtà l'attività commerciale del capostipite era nata alcuni anni prima: originario di Francavilla Fontana, da ambulante di tessuti Raffaele decise di aprire un primo negozietto di stoffe in piazza Anime, per poi rilevare il locale sul corso dove già esisteva una cappelleria. All'esterno venne installata una semplice ed elegante vetrina sovrastata dalla tipica insegna recante il suo nome, divenuta negli anni l'elemento simbolo del commercio cittadino, rimasta lì anche durante il conflitto mondiale quando il negozio venne requisito e adibito a deposito dalle autorità militari. Quattro dei sette figli, Giosuè, Antonio, Cosimo e Ferruccio, dopo aver affiancato il genitore nella conduzione dell'esercizio commerciale di tessuti per sartoria, lane e gomitoli, ne proseguirono la professione mantenendo la continuità merceologica nello stesso locale, conservando gli arredi e l'architettura storica. I "Fratelli Mauro" negli anni dimostrarono la loro straordinaria intraprendenza commerciale, dando una impronta fondamentale allo sviluppo dell'attività, che divenne nel giro di poco tempo un punto di riferimento per l'intera provincia brindisina. Il negozio per cinquant'anni è stato il più all'avanguardia e assortito della città, sempre in linea con le innovazioni del mercato. Ognuno dei fratelli metteva in pratica efficacemente un proprio metodo di accompagnare i clienti alla scelta dei prodotti tessili, con approcci e strategie di vendita differenti per ogni tipologia di acquirente, non facendo mai mancare l'abituale cortesia e professionalità.


Raffaele Mauro sotto la vetrina del suo negozio in Corso Umberto I

Sino alla prima metà degli anni Cinquanta qui si poteva trovare un'ampia scelta di stoffe, biancheria e persino tutto l'occorrente per il corredo della sposa, ma per avere un abito era necessario comperare il tessuto e poi affidarsi ad un sarto per le misure e la confezione. E proprio affianco al loro negozio esisteva la bottega artigiana di Alfiero, un vero e proprio artista nonché maestro del sarto di alta moda italiana Carlo Pignatelli. Furono i germani Mauro ad introdurre gli abiti confezionati a Brindisi, grazie alla loro abilità di stringere accordi commerciali con importati marchi nazionali come la Marzotto e la Facis. Con la prima si cercò persino di trovare la possibilità di aprire una fabbrica nel nostro territorio, ma il conte Marzotto ritenne che la vicinanza al mare potesse creare problemi di ruggine alle macchine di cucitura, e non se ne fece niente. Con la Facis invece il negozio dei Mauro divenne una sorta di spazio di sperimentazione pilota: all'epoca gli abiti venivano confezionati sulla base del normotipo americano, non sempre adatto agli italiani, morfologicamente differenti; pertanto, un po' alla volta, anche attraverso i consigli che giungevano da Brindisi, il gruppo tessile torinese adottò le misure nazionali più diffuse, nacquero così le famose "120 taglie", il nuovo sistema che consentiva agli uomini di qualsiasi conformazione di indossare abiti pronti.


La vetrina del negozio di Corso Umberto I

Dai Fratelli Mauro c'era il meglio del taglio italiano sia maschile che femminile, qui si vestivano tutti, dal ricco possidente al lavoratore più umile, di solito dopo la scelta del tessuto o dell'abito partiva una lunga e stressante trattativa per definire il prezzo finale, quindi si decideva come pagare, il più delle volte a rate con cambiali da cinque e diecimila lire, oppure si segnava su un registro o su schede l'importo da saldare un po' al mese, era un modo per permettere ad ogni famiglia, di ogni estrazione sociale, di potersi vestire con classe e qualità. Oltre ai quattro fratelli ci lavoravano diversi commessi e apprendisti, tutti sapevano offrire un'assistenza personalizzata per l'acquisto, i più intraprendenti in seguito avviarono una propria attività commerciale sempre nell'ambito dell'abbigliamento e delle confezioni: Pasqualino e Tonino Scarano, Uccio Pagliara (titolare del mitico negozio Alexander) e Gina Scorrano. Tra gli altri dipendenti si ricordano Otello De Biasi, Bruno De Giorgio, Anna Ricchiuto e Franco Montrone.
Nel negozio di Corso Umberto, poi ampliato con il locale adiacente, sono cresciuti e si sono identificati i figli e i nipoti di tutte le famiglie Mauro e dei collaboratori, per molti di loro quel luogo ha rappresentato un vero e proprio modello di vita. Era frequentato anche da note personalità, parlamentari locali come Clemente Manco, Italo Giulio Caiati e Vitantonio Perrino, e attori famosi dell'epoca come Ubaldo Lai (il famoso tenente Sheridan dei gialli polizieschi degli anni '60), molti di loro ci tornavano con una certa frequenza e non solamente per acquistare abiti, ma anche per discutere di politica e giocare a carte dopo l'orario di chiusura. Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero davvero tanti, forse non basterebbe un libro per raccoglierli tutti, qualcuno ricorda ancora l'episodio che vide protagonisti un cospicuo gruppo di arabi con famiglie giunti a Brindisi a bordo di una nave di linea (avevano noleggiato un intero ponte tutto per loro), prima di ripartire i facoltosi ospiti decisero di fare "una spesa molto importante" nel negozio di abbigliamento dei Mauro. Dopo la consegna della merce ordinata, festeggiarono tutti insieme la considerevole vendita.


Un momento della Festa dell'uva, dietro si nota la vetrina del negozio di Corso Umberto I

Giosuè era la figura principale, il maggiore dei fratelli ha saputo mantenere unita la famiglia evitando attriti e dissidi. Si occupava anche degli acquisti e dei contatti con i fornitori, con i subalterni era come un padre, gli permetteva persino di seguirlo nelle più importanti trattative commerciali. Era amico di tutti, di ogni ceto sociale; aveva una grande mentalità imprenditoriale, futuristica, poliedrica, pensava ad investine gli utili nel commercio, diversificando in altre attività (aprì una lavanderia, il Piccolo Bar in piazzetta Fornari, il famoso "Bar Mauro", giusto per citarne alcuni). Era riuscito a conquistare la piena fiducia dei principali fornitori e persino del conte Marzotto, a lui veniva permesso di fare acquisti in fabbrica contando su un fido di ben 500 milioni di lire. Negli anni '60, durante il cosiddetto miracolo economico, gli affari andavano molto bene, fu deciso così di aprire nuovi negozi in città, passati man mano agli altri fratelli quando scelsero di staccarsi dalla società e condurre un esercizio in proprio. Fu così che Ferruccio aprì un punto vendita proprio di fronte a quello che era "il negozio grande"; sempre su Corso Umberto - nei pressi della stazione - Cosimo avviò la propria attività commerciale poi proseguita dai figli. Antonio nel 1969 divenne il titolare unico del negozio di tessuti e confezioni aperto due anni prima in via Imperatore Augusto, al rione Commenda, l'ultimo ancora attivo della lunga tradizione del commercio avviata da Raffaele Mauro un secolo fa.


Giosuè Mauro intervistato alla Rai

Antonio Mauro era un abile negoziatore, fu il primo ad aprire una boutique di tendenza a Brindisi, venne insignito del titolo di Maestro del Commercio e divenne il riferimento brindisino del primo tessuto antimacchia concepito dalla Marzotto, un prodotto innovativo che meritò una apposita sfilata organizzata in un cinema brindisino. I suoi figli Italo e Massimo gestiscono ancor'oggi l'avviato e storico negozio della Commenda con la consueta professionalità e una squisita gentilezza, offrendo sempre capi di alta qualità e un attendo servizio di sartoria su misura. Da loro sono passati anche i noti attori Ugo Pagliai e Paola Gassman, impegnati in uno spettacolo teatrale nel vicino cinema Astra, furono serviti con l'usuale competenza e cordialità. Ed ancora nel 2012, durante le riprese del film con Tony Servillo "È stato il figlio", girato quasi interamente a Brindisi, furono scelti e noleggiati i loro abiti "vintage" risalenti agli anni '70, gelosamente conservati in un apposito magazzino.


Antonio Mauro

Dopo la chiusura nel 2002 del "negozio principale" di Corso Umberto e di quelli gestiti dagli altri cugini, che continuarono per alcuni anni l'opera commerciale ereditata dei rispettivi genitori, resta il solo negozio di via Imperatore Augusto a ricordare i cento anni di storia di una grande famiglia, fatta di persone straordinarie e competenti che hanno saputo scrivere un capitolo importante della storia del commercio brindisino di qualità, alimentando un profondo senso di comunità simbolo di un'epoca ormai dimenticata. Chissà se ci sarà ancora qualcuno, tra i loro figli o nipoti, disposto a continuare quella lunga e prestigiosa tradizione, un patrimonio fatto di eleganza, gusto e unicità.


Il negozio di Antonio Mauro al rione Commenda

Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.236 del 4/2/2022

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