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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

IL MOVIMENTO CROCIATO A BRINDISI
1ma parte

Il porto di Brindisi ha sempre avuto nei secoli un ruolo strategico e talvolta determinante nei rapporti tra Occidente ed Oriente, rappresentando la principale "testa di ponte" tra le due culture e ideologie troppo spesso in conflitto.
Importante già con i Messapi e successivamente con l'impero romano, la città è rilanciata nel ruolo di principale imbarco verso l'oriente durante il periodo delle Crociate (1096-1291).
Con lo scisma del 1054 e la successiva ed insanabile frattura con la cultura bizantina, la Puglia diviene la frontiera occidentale della cristianità, Brindisi in particolare "costituiva con il suo porto una delle frazioni più importanti di questa frontiera, crociati e pellegrini potevano ammirare architetture e respirare atmosfere capaci di prefigurare la visione della Terrasanta. E' il caso della rotonda del Santo Sepolcro, edificata proprio nei pressi dell’ingresso occidentale della città, e delle scene raffigurate nel pavimento musivo della cattedrale, dove all’albero della vita, che spiegava ai penitenti il senso salvifico e finalistico dell'’esperienza umana, si associava la rappresentazione delle scene della battaglia di Roncisvalle, celebrazione dello scontro di civiltà che si stava compiendo tra Oriente e Occidente, tra la Cristianità europea e mondo islamico" [1].
La scelta del porto brindisino quale imbarco preferito alla volta dell'oriente "era logica... l'ultimo che i veneziani toccavano prima di solcare il Mediterraneo" [2]
Nelle cronache dell’epoca la città pugliese è spesso citata: né "Il porto di Brindisi" (Caravaglios) si legge: "Brindisi, Barletta, Bari e Trani avevano una popolazione di armatori che non si limitavano al trasporto dei pellegrini e dei crociati, ma si occupavano anche del trasporto delle mercanzie... Brindisi, in particolare, per la sua posizione privilegiata e per le sue eccellenti doti nautiche, oltre ad essere la base delle galee normanno-pugliesi che facevano rotta per i lidi di Soria, divenne il vero "Porto del Pellegrino" [3].
Inoltre il frate benedettino del convento di S.Werberg e celebre cartografo del XIV secolo, Raynulfus Higgeden, nel suo "Mappamondo" del '300 scrive: "Apulia, di cui Metropoli è Brindisi, per questa si naviga in terra Santa".


Sabina Ciampa. Partenza dei Crociati dal porto di Brindisi. 2016

Provenendo dal nord, pellegrini e crocisignati attraversarono buona parte del tracciato di epoca romana, l'antica via Traiana (foto), costruita dall'imperatore tra il 108 ed il 110 d.C. Lungo tutto il tragitto da Bari a Brindisi, passando attraverso Egnazia (scheda), si conservano ancora i segni di questo passaggio in alcune stazioni di accoglienza e di ristoro dell’epoca, talune presso le comunità rupestri, altre nelle cripte basiliane e nelle lame [4]. I viandanti diretti a Gerusalemme si incamminavano verso "la mutatio denominata Ad Speluncas, oggi identificabile con Torre S. Sabina. Quindi attraversano la selva di Torre Guaceto per entrare finalmente a Brindisi non senza aver sostato e pregato ai piedi di quell’edicola votiva che, a partire dall’età angioina, era dedicata alla Madonna di Gallico e che oggi è racchiusa in un rinomato santuario" [4].
La chiesa di Santa Maria di Jaddico o Gallico (scheda) si ritiene costruita proprio dai Cavalieri Canonici regolari del Santo Sepolcro. Si è molto discusso sull'origine del termine Gallico, si è ipotizzato che "potrebbe derivare dal titolo originario di Madonna dei francesi o Madonna dei galli e quindi Madonna di gallico trasformato nella forma dialettale (gallo-jaddu) "Madonna di Jaddico"[3]. Un'altra ipotesi, riportata nel testo di G. Roma "Duecento pagine di storia brindisina" (Edizioni Brindisine 1968), suppone che il termine di Jaddico non derivi da "Gallico", bensì dal termine ebraico "Jadd" (sepolcro) o da quello arabo "Jadd" (Guerra Santa o Crociata), una interpretazione probabilmente eccessiva. Infatti sembra storicamente stabilito che il toponimo Gallico derivi dal longobardo wald, ovvero "foresta", successivamente interpretato con l'immagine di un gallo.

Gli ospedali e i luoghi di dimora per i cavalieri e per i pellegrini diretti in Terra Santa sono presenti anche in Brindisi, con le sedi dei teutonici, dei templari, dei lazzariti, dei giovanniti, degli ospedalieri del Santo Spirito, dei canonici regolari del Santo Sepolcro, oltre a istituzioni locali quali gli ospedali di San Tommaso, Tutti i Santi, Sant'Egidio e San Martino (foto). Inizialmente questi ospizi erano fuori il perimetro difensivo normanno, solo successivamente furono compresi nella nuova cerchia.

Il 5 aprile del 1097 parte da Brindisi, con destinazione Durazzo, il principe normanno Boemondo di Taranto insieme ai suoi cavalieri. La spedizione si unirà a Costantinopoli con le altre truppe capeggiate da Goffredo di Buglione. E' la prima crociata ufficiale (1096-1099) bandita da Papa Urbano II nel 1095. L'intervento del principe è determinante per la conquista di Antiochia, in Siria settentrionale, dopo il lungo e duro assedio durato otto mesi, preludio alla liberazione di Gerusalemme.
Durante la terza crociata (1189-1192) Riccardo Cuor di Leone - sovrano d’Inghilterra, in sosta a Messina prima della spedizione nell'Outremer, decise di incontrare a Brindisi la madre Eleonora d'Aquitania e la promessa sposa Berengaria di Navarra (Aprile 1191). Il re prese dimora nella casa dell’ammiraglio Margarito (biografia), nota per la sua fastosità (scheda). Fissata la data delle nozze, Eleonora ripartì per l'Inghilterra, mentre Berengaria con Giovanna, sorella del sovrano, partirono per la Siria, quindi per Cipro dove fu celebrato il matrimonio.
Il 15 luglio parte da Tiro diretto a Brindisi il re di Francia Filippo Augusto, a capo della crociata insieme a Riccardo e a Federico I Barbarossa (quest'ultimo morì in viaggio prima di arrivare in Terra Santa, annegando in un fiume in Cilicia). La crociata non ebbe il successo sperato, le truppe inglesi riuscirono solo a conquistare alcune città della costa, ma Gerusalemme rimase nelle mani di Salah edDin (Saladino).

Nel marzo del 1197 dal porto salparono 30 navi di crociati tedeschi, che si erano concentrati in Puglia su ordine dell’imperatore. Due navi, appena levate le ancore, affondarono per il forte vento. Partenze successive si ebbero in maggio e giugno.

Nel 1212 da qui partì anche l'esercito dei bambini, organizzato da un dodicenne predicatore, il pastorello tedesco Nicholas, che era riuscito a convincere e raggruppare 8000 coetanei raccontando che "avrebbe camminato sul mare" e sarebbe riuscito a convertire al cristianesimo gli infedeli in Terra Santa. Senza aver ottenuto la benedizione del Papa, i piccoli crociati si recarono ad Ancona, dove secondo la profezia il mare si sarebbe aperto davanti a loro, ma ciò non avvenne. Quindi giunti a Brindisi, dopo aver subito ladrocini e violenze, riuscirono a trovare alcune navi dirette ad oriente, dove però furono venduti come schiavi. Il moribondo arcivescovo Gerardo cercò con poca fortuna di opporsi e dissuadere gli adolescenti ad abbandonare l’assurdo progetto.

» CONTINUA NELLA 2da PARTE

Riferimenti bibliografici

[1] Rosanna Alaggio - Natura, santi e sovrani. Brindisi nel Medioevo, Tesi di dottorato di ricerca in Storia medievale, Università degli studi di Palermo, 2002 (sul web)

[2] Ernst Hartwig Kantorowicz, Federico II, imperatore, Milano 1978

[3] Vittorio Stano – da Le Origini del Santuario di Jaddico. (sul web)

[4] Fulvio Bramato, Itinerari crociati in terra d'Otranto. Documenti, monumenti, tradizioni. La via Traiana, in Verso Gerusalemme (Atti del II Convegno internazionale nel IX centenario della prima crociata - Bari, 11-13 gennaio 1999), a cura di F. Cardini - M. Belloli - B. Vetere, Lecce 2001 - (sul web)

[5] Giacomo Carito, Brindisi in età sveva, in Federico II e Terra d'Otranto (Atti del secondo convegno nazionale di ricerca storica, Brindisi 16-17 dicembre 1994) Brindisi 2000

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