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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

IL CONCERTO DI TITO SCHIPA PER FINANZIARE
LA COSTRUZIONE DEL MONUMENTO AL MARINAIO D'ITALIA

Il 13 giugno del 1926 la grande esibizione canora al Teatro Verdi organizzata per la raccolta fondi utili alla crealizzazione del Monumento al Marinaio, con la partecipazione di noti cantanti lirici locali

È stato senza dubbio uno dei più partecipati eventi ospitati nel Teatro Verdi, uno spettacolo memorabile organizzato per una nobile causa che vide l'esibizione in scena di noti artisti dell'arte lirica originari del nostro territorio. La manifestazione era stata fortemente voluta proprio da uno dei più grandi "tenori di grazia" della storia dell'opera italiana, acclamato dalle platee di tutto il mondo, il leccese Tito Schipa.


Il Monumento nazionale al Marinaio d'Italia

Domenica 13 giugno del 1926 il bel teatro brindisino si presentava con un sorprendente colpo d'occhio: addobbato con piante, fiori e tante bandiere, era gremito "di quanto la città offre di più distinto ed elegante", tanta gente infatti era stata richiamata sin da quanto il "Concerto Vocale pro Monumento Nazionale al Marinaio d'Italia" era stato annunciato. In platea, come tra i palchi, non c'era un posto vuoto, erano presenti tutte le principali autorità civili e militari, fra cui il Prefetto della Provincia di Terra d'Otranto (Brindisi fu istituita provincia dopo circa sei mesi dall'evento) e "non pochi forestieri qui convenuti da diversi paesi del Circondario", ricordano i resoconti locali.
La manifestazione era stata organizzata al fine di raccogliere i fondi necessari alla costruzione del monumento a forma di timone in onore dei circa seimila marinai caduti durante la Grande Guerra, l'anno precedente era stato proprio il Presidente del Consiglio Benito Mussolini ad accogliere le istanze della città e a decidere di innalzare nel porto di Brindisi l'imponente opera per celebrare le gesta e il valore di quei tanti eroi italiani, vincendo così la concorrenza di altre località come La Spezia, Trieste e Venezia. Per l'occasione era stato istituito un apposito Comitato Cittadino, presieduto dal podestà Serafino Giannelli e con l'ammiraglio Thaon de Revel presidente onorario, che si adoperò in tutti i modi al fine di raccogliere le risorse economiche necessarie all'edificazione, promuovendo sottoscrizioni, veglioni e vendite di bolli chiudilettera del tutto simili ai francobolli celebrativi. Le iniziative erano sostenute dal deputato locale Ugo Bono e dal vicesegretario del Partito Fascista, nonché presidente della Lega Navale, Achille Starace, originario di Gallipoli. Ma tutto ciò non fu sufficiente. Scongiurato il rischio di scioglimento del Comitato per ordine del Duce, infastidito dall'insolito ritardo, si riprese con la raccolta fondi e fu determinante l'idea del podestà Giannelli di coinvolgere l'amico fraterno Tito Schipa, artista di fama internazionale per le sue straordinarie doti canore e interpretative. L'affermato tenore accetto subito l'invito di sostenere artisticamente l'iniziativa, interpellò alcuni tra i più noti musicisti e cantanti lirici dell'epoca, poi ospitati e ringraziati da Serafino Giannelli, a proprie spese, con "solenni banchetti", e programmò una serie di appuntamenti nelle principali città d'Italia.


Il Teatro Verdi al termine del concerto del 13 giugno 1926 (coll. Prudentino)

Il primo concerto fu quello tenuto nel teatro brindisino, aperto al suono della marcia reale e dai prolungati applausi di tutto il pubblico rimasto in piedi. Si esibirono per prime alcune alunne della prima e seconda classe della scuola elementare, con il ballo in costume tratto dal secondo atto dell'operetta Rosignolo, accompagnate dal coro dei marinaretti della "Gran Via", quindi incominciò il tanto atteso concerto vocale aperto dal baritono di fama internazionale Luigi De Mitri (artisticamente Demitry), il pregevole artista nativo di Leverano interpretò magistralmente il "Credo" di Giuseppe Verdi, la "Vision fuggitiva" di Jules Massenet e il Prologo dei "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo, brano che appassionò particolarmente gli astanti, "ammirati sia per la potenza della sua voce che per la chiara dizione". Le ovazioni e le richieste di bis furono innumerevoli e insistenti. Stesso successo per la soprano lirico-drammatico Mina Botrugno, la voce ormai rivelatasi d'indiscusso valore, entusiasmò l'uditorio con il suo canto modulato e poderoso, specie nel brano "Ritorna vincitor" dell'Aida di Giuseppe Verdi. La cantante brindisina intonò inoltre un motivo del melodramma tragico "Semiramide" di Gioachino Rossini e la "Nenia di Margherita" scritta da Arrigo Boito, ma anche altri pezzi quando fu chiamata "agli onori della ribalta e Le furono richiesti diversi bis che gentilmente concesse".

Tito Schipa

Ricevette applausi scroscianti e chiamate al proscenio dal calorosissimo pubblico, con richieste di replica, anche la signorina D'Ambrosio, artista di origini brindisine (il padre aveva ben diretto il Reclusorio locale): la nota soprano cantò alcune arie antiche di Bernardo Pasquini e Pietro Domenico Paradies. I cantanti furono tutti accompagnati al piano dal maestro Angelo Vitale, amato ed indimenticato professore di musica nelle scuole brindisine, nonché autore delle musiche più famose del canzoniere brindisino.

Una interminabile ovazione accolse l'ingresso sul palco del principale protagonista della serata, il celebre tenore Tito Schipa, che chiuse la serata con il "suo canto meraviglioso". "Egli miniò, da gran Signore della voce, le belle melodie" tratte dal "Werther" di Massenet, da "Elisir d'amore" di Gaetano Donizetti e la "Martha" di Friedrich von Flotow, con l'accompagnamento del maestro G. Falconi al pianoforte. Il Divo dell'Arte del Canto volle concedere all'auditorio, con la solita e squisita cortesia, una serie di bis, mandando letteralmente in visibilio il pubblico presente alla straordinaria e memorabile serata. "Il grande avvenimento d'arte si chiuse con un episodio di fine gentilezza della nostra brava concittadina Mina Botrugno - scrissero le cronache del tempo - che personalmente volle offrire al tenore Schipa una splendida corbeille di fiori. Tale atto commosse visibilmente il Grande Artista, il quale, per ringraziarla, le baciò la mano". Omaggi floreali furono offerti anche dal Comitato Cittadino a tutti gli artisti, chiamati sul palco per le meritate acclamazioni, mentre "fiori a profusione" vennero lanciati dai palchi, a suggellare il trionfo dello spettacolo.

Monumento al Marinaio d'Italia
Il programma della serata al Teatro Verdi

I successivi concerti a beneficio del Monumento Nazionale al Marinaio si svolsero nel maggio del 1928 rispettivamente sul palco del Politeama Alhambra di Taranto, dove insieme all'alfiere del belcanto si esibì il soprano Milena Barbiero, quindi al Teatro Petruzzelli di Bari, il 7 maggio al Teatro Comunale di Bologna e due giorni dopo al Teatro Regio di Torino. L'ultimo appuntamento del programma fu tenuto a Milano il 25 giugno del 1929. Il tour organizzato da Tito Schipa servì a raccogliere più di un milione di lire di incassi, utili a finanziare una buona parte (circa i due terzi) della costruzione del glorioso Monumento, inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 4 Novembre 1933, in quell'occasione la "voce alata" (come ebbe a definirla il musicologo Rodolfo Celletti) non riuscì a partecipare all'evento per impegni professionali già programmati negli Stati Uniti.
Raffaele Attilio Amedeo Schipa, detto "Titu" (piccoletto, per la sua bassa statura), mostrò sin da piccolo l'incredibile talento vocale, e proprio "in beneficenza di se stesso", il 14 marzo del 1909, sempre nel Teatro Verdi di Brindisi, si esibì in occasione della "festa a pro di un giovane che ha tutto il merito di vedersi aiutato per trionfare nell'arte", come scrisse Cesare Balsamo nell'istanza inviata al Sindaco per ottenere la concessione del teatro per una serata vocale-strumentale in favore del promettente cantante ed interprete lirico, all'ora giovanissimo e privo di mezzi. I brindisini dell'epoca hanno creduto in lui, l'artista non lo ha dimenticato. Peccato non avergli ancora intitolato il piazzale antistante il Monumento al Marinaio, considerato il fondamentale contributo per la realizzazione dell'opera poi progettata dall'architetto Luigi Brunati e dello scultore Amerigo Bartoli, la famiglia aveva perfino ringraziato pubblicamente la lodevole iniziativa mai portata a termine.

Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.203 del 11/6/2021

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