.:. CHIESE

SANTUARIO DI SANT'ORONZO
Ostuni

Il santuario di Sant'Oronzo sorge sul monte Morrone nei pressi di Ostuni. Già nel sedicesimo secolo, nel 1567, nello stesso sito è attestata una più antica chiesetta con lo stesso titolo, eretta sopra una piccola cavità naturale creduto rifugio del santo. Il santuario fu costruito, su un'area messa a disposizione dalla famiglia Palmieri, tra il 1656 e il 1657, a spese degli ostunesi che vollero in tal modo ringraziare il santo per aver risparmiato con la sua intercessione Ostuni e il Salento dal contagio della peste esplosa allora a Napoli. Il complesso si compone dei secenteschi corpi di fabbrica della chiesa e dell'annessa dimora degli oblati del colelgio di San Carlo Borromeo cui fu commessa la cura del santuario sino al XVIII secolo allorché l'incombenza fu trasmessa al seminario diocesano che qui, per volere dell'arcivescovo Tommaso Valeri, ai primi del XX secolo ebbe la propria residenza estiva.
La facciata del santuario è squadrata e presenta echi di arte romanica; sostiene un campanile a vela e al centro è interrotta da un rosone. A fronte dell'ingresso è la grotta, il cui arco d'accesso s'ispira a moduli classicheggianti, cui si accede attraverso dei gradini; sull'unico altare è un affresco cinquecentesco con rappresentazione della Madonna con Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Oronzo. L'interno presenta un'unica aula voltata a botte che mostra resti di ottocenteschi dipinti parietali con Scene della vita di sant'Oronzo. Vi sono tre altari realizzati a spese della famiglia Giovine il 1774; il maggiore sul presbiterio, notevolmente rialzato rispetto al piano della navata, gli altri sui lati. In una nicchia è la statua in cartapesta leccese del santo, raffigurato con abito pontificale. È ora nella Concattedrale la tela con l'immagine di Sant'Oronzo, copiata da quella del Coppola che è nella cattedrale di Lecce, realizzata da Giandomenico Caroppo su commissione dei duchi Zevallos.
Nella sacrestia del santuario è tornato alla luce, alcuni anni fa, un dipinto parietale con immagine del santo benedicente la città; ai lati della mano benedicente è l'antica piazza, la colonna e la torre dell'Orologio, abbattuta nella seconda metà del XIX secolo. Un cenno particolare merita una lapide in marmo ammurata sulla controfacciata, in cui pure è un dipinto dell'Immacolata: riepiloga le vicende costruttive del santuario e fa riferimento a quanti vi profusero risorse di tempo e denaro.
A poca distanza dal santuario, lì dove il santo, assetato, avrebbe procurato lo sgorgare miracoloso dell'acqua, è una struttura, voluta da Gaetano Giovine il 1747; l'accesso è per un arco cui seguono i 54 gradini di pietra della splendida scalinata barocca. Più in alto del fonte e della chiesa, è la statua in pietra di Sant'Oronzo, probabile opera di Orazio Greco, figlio di Giuseppe, artefice della monumentale guglia in piazza della Libertà; fu eretta nel 1836 per volere di Paolo Tanzarella a ricordo dello dall'epidemia di colera del 1831. Poco distante è il Cippo della Peste; risalente al 1691, detto anche Croce di sant'Oronzo, il monumento fu eretto a ricordo dello scampo dalla pandemia di quell'anno.

BIBLIOGRAFIA
A. SOZZI, Ostuni. Celebrazioni Oronziane e beni culturali, Lecce 1989.
L. GRECO, E. PAIANO, V. PELUSO, Guida di Ostuni-Arte e storia nella città bianca, Galatina: Congedo Editore, 2000.

Testo di Maria Rosa Custodero

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Foto:
in alto a sinistra: La facciata della chiesa
in alto a destra: Il cippo della peste
1: Esterno del Santuario di S.Oronzo
2: Accesso al fonte
3: Il fonte

Rilievi del santuario di Sant'Oronzo in Ostuni eseguiti dall'ing. Luigi D'Amato

- Pianta rilievo piano terra
- Pianta rilievo primo piano
- Pianta rilievo copertura
- Sezione rilievo A-A
- Sezione rilievo B-B
- Rilievo prospetti

Rilievi fotografici (ing. L. D'amato)

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